Mostra- Il trionfo del colore - Vicenza, Gallerie d'Italia



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Dopo aver visitato la sezione di Palazzo Chiericati, il percorso della mostra "Il trionfo del colore" prosegue alle Gallerie d’Italia Palazzo Leoni Montanari, che per l’occasione hanno riallestito le sale della loro collezione permanente dedicate al Settecento.
La raccolta dei dipinti di Pietro Longhi (ed epigoni e seguaci) ci introduce in piena atmosfera settecentesca. Condotta con brio rococò, la sua pittura decretò la fortuna del genere, che si allineava alle medesime istanze che Carlo Goldoni stava realizzando nel teatro.

Fig. 15
Fig. 14

Questi quadri di piccolo formato, dai colori vivaci e dalla stesura pittorica fragrante, ci fanno entrare ne La bottega del caffè (fig. 14), luogo di delizie gastronomiche per palati aristocratici, o al Il ridotto di Palazzo Dandolo a Venezia (fig. 15) per provare il piacere e l’euforia del gioco d’azzardo.

Fig. 16
Fig. 17


Un tema ricorrente è la celebrazione della cosiddetta giornata della dama: il rito de Il risveglio, La lezione di musica, le diverse tappe del corteggiamento, tra La dichiarazione e Lo svenimento (fig. 16), il più tipico degli escamotage galanti; oppure ci raccontano fatti di cronaca straordinari, come l’esibizione de Il rinoceronte o de L'elefante (fig. 17), una rarità a quel tempo.

Fig. 18

Il genere della veduta – ossia una presa topografica della città o del paesaggio, assieme a una registrazione puntale degli effetti metereologici, ottenuta grazie all’uso della camera ottica – ha avuto un interessante interprete nell’olandese Hendrik Frans van Lint, che nella Veduta della chiesa della Salute con la Punta della Dogana, (fig. 18) allarga lo sguardo sull’andirivieni delle gondole sotto un cielo lagunare corrusco.

Fig. 19

Alla mano del friulano Luca Carlevarijs si deve una tela preziosa, perché documenta il fatto di cronaca de L’ingresso degli oratori veneziani in Palazzo Ducale a Milano nel 1711 (fig. 19).

Fig. 20

Sulla scia di Canaletto, Michele Marieschi ha avviato una produzione originale d’ingegno e d’impostazione, come la Veduta del Canal Grande con le Rive del Vin e del Carbon (fig. 20) in cui l’operosità delle due rive del Canal Grande s’intreccia con la passeggiata dei signori, e la bellezza degli edifici si tinge di quotidianità nelle candide tende svolazzanti.

Fig. 21

Una sala espone con un pizzico d’orgoglio l’opera di Francesco Zuccarelli Veduta ideale di Vicenza con celebrazione allegorica di Andrea Palladio (fig. 21). L’ampio paesaggio sotto i colli della città inanella luoghi e monumenti significativi anche perduti, come Porta Lupia, e include, accorciando le distanze dal centro, anche il capolavoro di Palladio, villa Almerico Capra detta la Rotonda. Lo scenario naturale funge da palcoscenico a un immaginario incontro tra il grande architetto, identificato dal trattato che tiene in mano, e gli studiosi inglesi fautori della sua fortuna a livello internazionale, l'architetto Inigo Jones e forse Thomas Howard, XXI conte di Arundel.

Fig. 22

La pittura poi cede il posto alla scultura con l’unicum rappresentato da La Caduta degli angeli ribelli (fig. 22) di Agostino Fasolato, un’opera in marmo di forma piramidale, che con una cascata di 60 figure sin da subito destò la meraviglia di quelli che si interrogavano, come Leopoldo Cicognara, “con quali ingegnosi e ricurvi ferri si giungesse per ogni verso dallo scultore a traforare e condurre quel marmo...”. La lotta tra gli eserciti del Bene e del Male, tratta dall’Apocalisse di Giovanni, vede l’azione dell’arcangelo Michele che, con scudo e spada, si scaglia contro l’armata del Male. Il suo avversario, Satana, alla base della statua, è ritratto mentre inveisce contro l’avversario, mentre tutt’intorno, un superbo groviglio di corpi di diavoli e angeli ribelli che combattono tra serpenti e draghi demoniaci.

Siamo giunti alla conculsione del percorso della mostra “Il trionfo del colore”.
Lo sguardo del visitatore è saturo di algida bellezza. Le collezioni vicentine sono state valorizzate e hanno dialogato perfettametne con i prestiti moscoviti. E' stata una bella occasione per ricordare che il Settecento, in Europa, aveva i colori dell’arte veneta: Canaletto fu genio caldo e sereno, simile al Tiepolo, al quale assomiglia nel colore e nella luminosità solare (E. Martini, La pittura veneziana del Settecento, 1964).



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Fino al 5 maggio 2019
“Il Trionfo del Colore. Da Tiepolo a Canaletto e Guardi.
Vicenza e i Capolavori dal Museo Pushkin di Mosca”

A cura di Victoria Markova e Stefano Zuffi.
Prodotta da MondoMostre, Comune di Vicenza, Museo delle Belle Arti A.S. Pushkin di Mosca e Intesa Sanpaolo

Figg. 14-22 opere appartenenti alle Gallerie d’Italia Palazzo Leoni Montanari collezioni d’arte di Intesa Sanpaolo

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