"sentivo luce e colore dinanzi al vero,
e non pensavo al modo con cui gli artisti del tempo mio
li rendevano sulle loro tele"
Alberto Pasini (Busseto, 3 settembre 1826 – Cavoretto (TO), 15
dicembre 1899) è stato un pittore paesaggista tra Parma, Torino, Parigi e l'Oriente.
Orfano di padre in tenera età, cresce nella casa parmense dello zio Antonio, anch’egli pittore. Si specializza nella pittura di paesaggio all’Accademia di Parma e nel 1849 partecipa alla Prima guerra d'Indipendenza. Rientrato a Parma, si mantiene realizzando insegne pubblicitarie di negozi, etichette per gazzose ed acque minerali. Quando realizza una raccolta di litografie Trenta vedute di castelli della zona, ottiene una certa notorietà.
Orfano di padre in tenera età, cresce nella casa parmense dello zio Antonio, anch’egli pittore. Si specializza nella pittura di paesaggio all’Accademia di Parma e nel 1849 partecipa alla Prima guerra d'Indipendenza. Rientrato a Parma, si mantiene realizzando insegne pubblicitarie di negozi, etichette per gazzose ed acque minerali. Quando realizza una raccolta di litografie Trenta vedute di castelli della zona, ottiene una certa notorietà.
Alberto Pasini nel suo studio |
Negli anni '50 completa la sua formazione a Parigi, dedicandosi alla pittura a olio e iniziando a interessarsi all'orientalismo. Entra in contatto con i pittori della Scuola di Barbizon (1852-53), dipingendo en plein air e approfondendo la resa della luce.
La svolta avviene quando é incaricato di seguire la missione diplomatica del governo francese in Persia, Turchia, Siria, Arabia ed Egitto. In Oriente trova la sua vera ispirazione e ritrae la terra delle mille e una notte in tutta la sua esotica bellezza.
Moschea |
Passeggiando per le strade ritrae le Moschee, in quiete scene in cui cavalli attendono i padroni davanti alla facciate lucenti di sole.
Oppure ritrae i reggimenti dei cavalieri Circassi, in momenti di attesa davanti a monumenti bizantini dipinti nella loro fulgida e chiaroscurata decadenza. A piedi e a cavallo, i cavalieri sono pronti alla partenza. Eppure le attese in pieno sole sono più importanti delle imprese.
Cavalieri Circassi in attesa del Comandante davanti alla porta di un monumento bizantino, 1880 |
Un tema ricorrente sono le Scene di mercato, realizzate in moltissime varianti, dipinte in studio ma tratte dai disegni dei suoi taccuini di viaggio. Raffinate inquadrature degli edifici esaltano i colori che brillano nel sapiente gioco di luci e ombre, tra portici e altane, e gruppi colorati di venditori e acquirenti che rendono la freschezza reale della vita quotidiana.
Piazza del Mercato all'entrata del Bazar di Costantinopoli |
Nelle sue Piazze del Mercato siamo immersi nel profumo intenso della frutta
dei venditori seduti e indaffarati, sentiamo il chiacchiericcio dei
passanti tra lo scalpiccio dei cavalli e lo svolazzare caparbio dei gabbiani
che fanno a gara con le grida dei venditori. L'aria è tersa, il luccicare delle cupole contro il cielo è
insistente, mentre l'ombra segna le crepe sulle mattonelle azzurre, come il
mare del Bosforo di cui sentiamo il suono lontano.
Le facciate dei palazzi risplendono di piastrelle azzurre e blu. Le guardie sono abbigliate con colori sgargianti che incantano come un arcobaleno di sete svolazzanti.
Alberto Pasini rimane in contatto con l'Italia con viaggi nelle sue residenze di Parma e Torino, ma risiede stabilmente a Parigi, dove lavora per uno dei più importanti mercanti di quegli anni, Adolphe Goupil, che lo legherà alla propria famosa Casa d'Arte con un contratto di esclusiva.
Negli anni della maturità si scalano numerosi i viaggi in Oriente, tra Egitto, Turchia e Spagna moresca, con ricordi e suggestioni che ritornano puntualmente nei suoi dipinti.
Le sue ricostruzioni sono sontuose anche se reali. Il suo occhio curioso guarda dall'interno un mondo che ammira e che esalta, e che nulla concede all'Orientalismo d'invenzione che prenderà piede in Europa.
Le sue ricostruzioni sono sontuose anche se reali. Il suo occhio curioso guarda dall'interno un mondo che ammira e che esalta, e che nulla concede all'Orientalismo d'invenzione che prenderà piede in Europa.
Damasco |
Fu pittore dell'Oriente, soprattutto del paese luminoso, smagliante di colori, ricco di architetture pittoresche, di tipi e costumi viventi eppure classici, come già cose antiche. [...] tutto questo mondo ritornò frequente sotto il pennello armonioso di Pasini, com'era già stato ritratto nei rapidi schizzi di viaggio dalla sua matita sicura: figure, mercati, cammelli, cavalli, mercati, bazar, moschee, carovane, il deserto immenso desolato.
(Civiltà Cattolica, 1917)
Mercato a Costantinopoli |
Tra i pittori del suo genere, dalla critica del tempo fu chiamato "il principe degli orientalisti".
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