Mostra - Secessioni europee - Palazzo Roverella, Rovigo fino al 21.1.2018



a cura di Francesco Parisi
23.09.2017 - 21.01.2018
Palazzo Roverella, Rovigo

[recensione della mostra]


Una nuova era ha bisogno di un nuovo stile 
(Robert Musil)


Lontano dalla Parigi degli Impressionisti, nella mitteleuropa la rottura con la tradizione artistica storicista ed eclettica avvenne quando, alla fine dell’Ottocento, i giovani artisti cominciarono a contestare il sistema delle arti, mettendo in discussione le istituzioni artistiche ufficiali e il ruolo delle esposizioni pubbliche, in nome di una nuova sensibilità e di nuovo stile che stava cercando la via per emergere ed esprimersi. Prendendo spunto dall’antica storia romana, questa ventata di rinnovamento che voleva cambiare direzione ma non necessariamente cancellare il passato, prese il nome di Secessione


Con un allestimento sobrio accompagnato da eleganti e chiari pannelli illustrativi, l’esposizione a Palazzo Roverella, che resta aperta fino al 21 gennaio 2018, è suddivisa in quattro sezioni, corrispondenti all'ordine cronologico della fondazione delle Secessioni nelle città di Monaco (1891), Vienna (1897), Praga (1910) e Roma (1912).


La sezione della Secessione di Monaco e di Vienna si aprono rispettivamente con una carrellata della rivista monacense “Jugend” (che diede il nome del movimento secessionista Jugendstill), e della rivista viennese “Ver Sacrum”. Questa scelta espositiva appunta giustamente l’attenzione sull’importanza di questo mezzo di divulgazione, fondamentale per la diffusione capillare del nuovo gusto, che imponeva il modello dell’”Opera d’arte totale”, e codificava un gusto elegante che prestava attenzione maniacale ad ogni aspetto della pratica artistica, coinvolgendo le arti minori (grafica, arredamento, arti decorative) in un colloquio serrato e complementare con le arti maggiori.


Il principale esponente, Franz von Stuck, fondatore della Società degli artisti monacense - che poi prese il nome di Secessione - s'impone con opere popolate di elementi fiabeschi e simbolici, come fauni e ninfe, e che meraviglia lo spettatore con il magnetico Lucifero, dove coniuga la sensibilità dantesca con la più moderna posa del pensatore di Rodin.  

Fascino, virtuosismo e bellezza incantano nell'opera Maria di Carl Strathmann, in cui un ricamo fiabesco si tesse tra racemi e spine, fiori e foglie, esaltato da reminiscenze bizantine, echi di matrice russa e calligrafico decorativismo orientale.
 


Su dei nuovi pensieri facciamo dei versi antichi 
(Hugo Von Hofmannsthal)



Nella sezione della Secessione di Vienna sono esposti i Manifesti per le Mostre delle Secessioni: il Tempio dell’arte di Joseph Maria Olbricht con la caratteristica cupola di foglie dorate; la celebre litografia Teseo e il Minotauro di Klimt; una ristretta scelta di disegni (studi di nudo e ritratti) del maestro viennese e del suo creato, Egon Schiele. Il doppio ritratto Amiche, che campeggia nella locandina dell’esposizione, restituisce un Klimt scuro, con accenni decorativi marginali, sempre lirico nei volti, non ancora dedito alla profusione dell’oro e degli stilemi arcaici.

Le cose, compagne sileziose, ci osservano con sguardi intensi 
 (Jiri Wolker)
Nella sezione della Secessione di Praga, le opere degli artisti del gruppo Sursum riportano in auge l’atavica tradizione occulta della capitale boema, esprimono una sensibilità a tratti grottesca, che impone come cifra stilistica l’abbandono dell’ideale classico per rievocare un’atmosfera mistica, sulfurea e simbolica, che fa dell’aspetto dionisiaco, lirico e panico il carattere dominante, particolarmente evidente nella sezione di grafica, di segno cupo e nervoso.

Al centro dell’esposizione s’impongono una serie di statue, tra cui spiccano l’Orpheus e la Ballerina di Jaroslav Horejc, in cui l'artista rielabora chiare influenze estremorientali con riferimenti arcaici dell’arte del bacino mediterraneo. 

 
La sezione della Secessione di Roma - l’ultima a formarsi in ordine cronologico alle soglie del primo conflitto mondiale - mette subito in evidenza il difficile rapporto con il Futurismo, l’avanguardia che aveva rimesso in gioco l’Italia nella modernità, e sottolinea il fermento della ricerca degli artisti italiani di ambito romano. Questo gruppo eterogeneo, partendo dal divisionismo approdava a sperimentazioni personali, concentrandosi sugli effetti del colore acceso, sul genere del paesaggio lirico e del ritratto. 

L'istituzione della Prima esposizione Internazionale della Secessione con la presenza delle opere dei postimpressionisti e dei secessionisti viennesi permise agli artisti romani di valutare i nuovi indirizzi e tentare di colmare il divario che sentivano nei confronti dell'aggiornamento proposto dalla Biennale di Venezia, appuntamento imperdibile con la modernità di inizio secolo. 


Solido impatto e ieratica sensibilità s’infondono nel ritratto infantile Ada di Felice Casorati; sensuali e seducenti gli esperimenti nel genere del ritratto, come nella provocante e fascinosa Lisetta di Camillo Innocenti e l'intensa Giulietta nella veranda del rodigino Mario Cavaglieri.





Si conferma la solida tradizione espositiva di Palazzo Roverella con una mostra interessante, di qualità, e che illustra per la prima volta la complessità del fenomeno delle Secessioni e la formazione dei linguaggi della modernità.
Audioguida (inclusa nel prezzo) esaustiva e ben articolata, con interventi del curatore e focus specifici su alcune opere, indispensabile per avere un tracciato coerente all'interno delle cospicue sezioni.  


PS. Dutante il periodo natalizio, biglietto speciale a 2 euro

Info orari, costi e promozioni Palazzo Roverella Rovigo

Commenti