Benedetta, “mia eguale non discepola”

Benedetta -  Le comunicazioni marittime (1934)

Scegliere di non assumere il cognome del marito, nel suo caso, è stato un segno di rivolta e indipendenza. Come molte futuriste, Benedetta (Cappa), (Roma, 14 agosto 1897 – Venezia, 15 maggio 1977), volle esser nota solo con il nome di battesimo. Brillante ed elegante, colta e di buona famiglia, dando ascolto al suo anticonformismo prese parte alla seconda stagione del movimento, dal 1917 in poi. 

G. Balla, "Ritratto di Benedetta Cappa"

Ventenne, nello studio del suo maestro Giacomo Balla, incontrò nel 1918 Filippo Tommaso Marinetti. La loro relazione iniziò con un periodo di convivenza prima del matrimonio, situazione molto irregolare per la società del tempo.

Benedetta, Marinetti e i tre figli

Impegnata sul fronte familiare con tre figli, grazie all’indole determinata e alla ferrea organizzazione, Benedetta riuscì a gestire i ruoli di donna, moglie, madre e artista in egual misura.

Marinetti, ammaliato dal suo spirito al pari della sua avvenenza, le riconosceva talento e creatività, scrivendo: «Ammiro il genio di Benedetta, mia eguale non discepola».


Benedetta, Velocità del motoscafo, 1922, GNAM Roma


Benedetta ha scongiurato che il matrimonio con Filippo Tommaso Marinetti si trasformasse in una trappola per la sua creatività e ha evitato di essere travolta dalla personalità carismatica e volitiva del capo del movimento.

Incarnò l’attivismo del futurismo, cimentandosi come scrittrice di romanzi, autrice di tavole parolibere, tavole tattili e illustrazioni ma si tenne lontana dalle posizioni estreme e rivoluzionarie del primo futurismo.

Benedetta e Marinetti

La coppia gestiva la loro casa nel quartiere Prati di Roma come centro culturale: ricevevano amici e artisti, organizzavano manifestazioni, volantinaggi e pubblicazioni.

Secondo le ultime acquisizione critiche, a Benedetta va attribuita l’ideazione del “tattilismo futurista“, derivato probabilmente dalla sua formazione di maestra elementare e dalla conoscenza della pedagogia sperimentale di Maria Montessori.

Palazzo delle Poste di Palermo, Sala Conferenze

Le sue tavole monumentali per il Palazzo delle Poste di Palermo del 1934, note a livello internazionale, sono realizzate con un sapiente uso del colore abbinata a una ariosa e suggestiva impaginazione strutturale.


Le comunicazioni terrestri, marittime e aeree (Palazzo delle Poste di Palermo)


Il suo talento la pose al di sopra della marginalità e delle inevitabili malignità, le sue opere hanno testimoniato l’autonomia estetica e la sua originalità. 
Desiderosa di dimostrare la propria indipendenza e di affermarsi oltre il ruolo di casalinga e madre, si mosse concretamente in quella direzione proprio aderendo al Futurismo. 
Purtroppo, lei e molte altre artiste, non usarono il loro successo per dar voce alle rivendicazioni collettive: tutte cercarono la visibilità, furono soprattutto rivali e non colsero l’opportunità di creare una voce solidale che avrebbe dato maggior peso alle istanze di uguaglianza del tempo. La storia delle rivendicazioni delle donne artiste passa anche per traiettorie ondivaghe come quelle tracciate dalle futuriste.

Questo profilo fa parte di un articolo sull'Aula di Lettere di Zanichelli



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