... derideroso di ritrarre la vita che viviamo
sia nello ambiente domestico, sia nello ambiente sociale,
e di ritrarla con la maggior sincerità possibile (G. Stiavelli, 1906)
sia nello ambiente domestico, sia nello ambiente sociale,
e di ritrarla con la maggior sincerità possibile (G. Stiavelli, 1906)
Figlio
di un architetto, Camillo Innocenti (Roma, 14 giugno 1871 – 4 gennaio
1961), si formò copiando gli antichi maestri dei Musei Vaticani e dopo
un viaggio in Spagna all'inizio della sua carriera si dedicò a
dipingere scene dal gusto popolaresco, con donne in costume locale in
atmosfere rese con luci drammatiche.
La svolta stilistica arrivò agli inizi del nuovo secolo, quando Innocenti aderì al divisionismo, scegliendo come tematica elettiva i riti e la socialità della donna elegante e mondana.
Il
suo sguardo sbircia nelle camere e nei salotti, o descrive gli svaghi e
i divertimenti alla moda, il tutto ritratto con taglio fotografico e
definito attraverso una pennellata rapida, allungata e diagonale, con
campiture di colori puri e brillanti.
Alla
Biennale del 1909 ebbe la sua consacrazione, con quadri dai temi
ammiccanti, come le confidenza tra amiche o eleganti nudi dal tono
voyeuristico.
Brillante
interprete della vita della belle époque, ottenne il plauso dell'alta
società internazionale e una decisa visibilità nelle varie esposizioni
ufficiali (Roma, Venezia, Berlino, Monaco di Baviera).
Uno dei suoi dipinti più riusciti, In ritardo, sembra un raccontino dal sapore degasiano, in cui la fretta dei preparativi si percepisce nella composizione disimpegnata e nelle pose disinvolte delle modelle.
A
Londra e a Parigi, Innocenti frequenta il bel mondo internazionale, da
Pirandello a D'Annunzio, dal pittore spagnolo Ignazio Zuloaga alle
celebri ballerine Anna Pavlova e Isadora Duncan.
Lisetta, 1915 |
All'Esposizione della Secessione romana del 1914 ripropose i temi
mondani della sensualità femminile con una tecnica pittorica che sgrana
il colore acceso in tasselli caleidoscopici, come nel superbo ed esotico La Sultana.
Innocenti era ormai considerato
il più squisito e affascinante
poeta dell'intimità femminile (Colasanti, 1915).
La Sultana, 1913 |
Come
sottotenente partecipò alla Prima guerra mondiale e nel contempo
cominciò una lunga collaborazione con la casa cinematografica Medusa di Roma, per le
scenografie e i costumi dei film storici, tra cui il kolossal Ben Hur (1925).
Fu
chiamato a dirigere la Scuola di belle arti del Cairo, dove trascorse
circa quindici anni, e lontano dall'amata patria, si dedicò alla pittura
d'ispirazione esotica.
Al suo rientro in Italia, nel 1940, il tramonto della società di cui era stato brillante cantore lo escluse dalla scena artistica nazionale e lo costrinse a una vecchiaia in serie difficoltà finanziarie, triste epilogo di una vita scintillante come i suoi colori.
DBI, Camillo Innocenti
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