Lo scenario dei sogni: i paesaggi nei dipinti di Dalì e Ernst



Nella sua Vie segrète del 1942 Salvador Dalì scrive:

Mi alzavo all’alba, e senza lavarmi o vestirmi, mi sedevo davanti al cavalletto posto nella mia camera davanti al letto. La prima immagine del mattino era la mia tela, che era stata anche l’ultima cosa che vedevo prima di andare a letto. Cercavo d’addormentarmi fissandola, per conservarne il disegno durante il sonno, e talvolta, nel cuore della notte, mi alzavo per guardarla un momento al chiaro di luna. O, fra due sonnellini, accendevo la luce e contemplavo l’opera che non mi lasciava mai. Tutto il giorno, seduto davanti al cavalletto, fissavo la tela come un “medium” cercando di trarre degli elementi della mia immaginazione. Quando le immagini erano collocate con precisione nel dipinto, le dipingevo immediatamente. Ma a volte attendevo ore, passivo, con il pennello inerte nella mano, prima che qualcosa apparisse all’improvviso.

Per saperne di più leggi l'articolo pubblicato nell"Aula di Lettere di Zanichelli"
Lo scenario dei sogni: i paesaggi nei dipinti di Dalì e Ernst

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